Lo scorso gennaio, l’intervento dell’ex dirigente dell’aiuto umanitario svizzero, Toni Frisch ha caldamente invitato la popolazione a fare scorte alimentari. Il singolare invito è stato seguito da un più specifico consiglio:
“le diverse economie domestiche dovrebbero tornare a raccogliere una scorta di emergenza di 10 kg”
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In Svizzera è una pratica consolidata, normata dalla legge elvetica, come sistema di autodifesa: sino agli anni ’90, ciascuna famiglia doveva fare scorte alimentari a lunga conservazione, opportunamente rotata e integrata, nell’eventualità di un’invasione nemica. Inoltre, molti edifici pubblici e molte abitazioni dovevano predisporre un bunker anti-atomico.
La catastrofe simulata di novembre 2014
Lo scorso Novembre 2014, proprio in Svizzera si è tenuta una simulazione circa una catastrofe che avrebbe interrotto le linee elettriche (a causa un hackeraggio dei sistemi informatici) e contestuale pandemia di influenza. Il risultato emerso dall’esercitazione ha mostrato l’inadeguatezza della risposta dei cittadini. Si è arrivati ad affermare la necessità di introdurre l’obbligo per legge di tenere in casa scorte alimentari per la propria famiglia.
I risultati della simulazione: come si sono comportati i cittadini elvetici.
Dall’esercitazione sono emersi alcuni rischi e lacune nella corretta risposta ad un evento del genere: primo fra tutti si è riscontrato l’errato acquisto di beni “basilari”, dettato prettamente dal panico. Ida Glanzmann, membro della Commissione Sicurezza Nazionale, ha dichiarato:
“quando i bancomat vanno in tilt, ci accorgiamo di quanto il nostro sistema sia vulnerabile”.
A gettare acqua sul fuoco è stata Aline Trede contraria all’introduzione dell’obbligo, affermando:
“Non siamo in guerra, ognuno deve essere libero di scegliere se vuole o non vuole fare scorte”.
Alla luce di queste affermazioni, sembrerebbe che gli svizzeri, abbiano preso coscienza della problematica: sul Portale del Ticino della scorsa settimana è stato pubblicato un articolo titolato: “Sempre più pezzi da mille sotto al materasso” in cui, la domanda di fondo che emerge è: “Cosa spinge gli svizzeri a tenere sempre più contanti in casa?”.
Banalmente la prima risposta potrebbe essere “la quasi nulla attrattività dei depositi” ma sussiste anche la necessità di disporre di una “riserva” al fuori dalla banca, indipendente da terzi e sotto diretta supervisione e controllo da parte del risparmiatore.
Le scorte alimentari della Svizzera
Il quotidiano elvetico Le Matin, sempre la settimana scorsa, ha pubblicato un pezzo titolato: “Cosa fare in caso di catastrofe“. L’articolo elenca con una lista d’esempio, il fabbisogno settimanale per una famiglia composta da quattro persone (mediamente due adulti e due bambini). Nella lista troviamo l’elenco, dettagliando la quantità di ciascun prodotto. Del tutto simile agli elenchi divulgati dalla FEMA, il corrispettivo americano della protezione civile, troviamo: acqua, riso, farina, legumi, svariate conserve, frutta secca, olio, zucchero, carne in scatola, pesce e verdure, biscotti, cioccolato e latte. Inoltre, è consigliato avere anche una torcia elettrica, batterie, fiammiferi e prodotti per l’igiene (quali sapone e carta igienica), essenziali per non incorrere in problemi di salute.
Il budget per le scorte alimentari
Il costo totale stimato per queste scorte alimentari è di 288,75 franchi svizzeri, corrispondenti a 268 € circa, secondo il cambio del 19 febbraio 2015.
Detto ciò, fa sempre uno strano effetto sentire uno Stato sovrano invitare la propria popolazione a fare scorte alimentari e adottare misure preventive di autotutela. Analizzando il panorama internazionale e di politica estera, non sembra però così azzardato: la Russia da un lato e la Libia dall’altro non dovrebbe far prendere la situazione alla leggera. Tuttavia, la domanda che sorge spontanea è: gli svizzeri, hanno fiutato qualcosa o sono semplicemente catastrofisti?
Facci sapere il tuo punto di vista e cosa ne pensi di questa situazione nei commenti qui sotto. Ti lascio con un video di AlertSwiss che spiega perché iniziare una strategia di preparazione.
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Foto di Jack Sparrow da Pexels