Seconda ondata da coronavirus: dobbiamo prepararci?

PREMESSA
Questo articolo non è stato redatto con lo scopo di creare terrorismo psicologico, né per diffondere ansie e paure.
La finalità del prepping è quella di essere preparati ad ogni scenario emergenziale realistico. Una seconda ondata di coronavirus rientra esattamente in uno di questi scenari.

Sebbene il numero di casi e decessi COVID-19 nel mondo continui ad aumentare, la curva in molti Stati, Italia compresa, ha iniziato ad appiattirsi e la situazione avvicinarsi ad un’apparente normalità. Ciò dimostra che i passi che l’umanità ha fatto stanno lentamente ma sicuramente incidendo su questa lotta contro il coronavirus.
Il mondo affronta le epidemie di questa portata così raramente che è difficile comprenderne appieno l’effetto. Tuttavia, la storia ci ha insegnato che malattie come questa non scompaiono semplicemente. Continuano a circolare sul pianeta con ondate dopo ondate fino a quando gli umani sviluppano collettivamente alcuni anticorpi contro il virus o viene creato un vaccino.

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L’influenza spagnola del 1918 e la seconda ondata

“Perdòno tutto, anche di trattare i defunti come numeri… ma non vi perdòno che le salme dei defunti vengano seppellite senza un funerale…”
Basso lodigiano, 2020

“Le scuole sono state chiuse come pure le fabbriche per un po’ di giorni, non fanno più nessuna sepoltura, [le salme] le portano via come i cani”.
Biella, 1918

Cento anni di distanza, ma le parole dei testimoni suonano incredibilmente simili ai nostri giornali.
La pandemia di influenza spagnola è durata solo 15 mesi, ma è stata l’epidemia più mortale della storia umana, uccidendo tra 50 milioni e 100 milioni di persone in tutto il mondo, più dei morti delle due guerre mondiali sommate insieme. Inizialmente la pandemia scatenò pochi allarmi, principalmente perché nella maggior parte dei casi la mortalità era bassa nonostante l’enorme numero di persone infette.

Come leggiamo nell’articolo di salute.org (link in fondo all’articolo per approfondire):

A luglio tutto sembrava essere passato. Come riportato da un bollettino medico dell’esercito americano, “l’epidemia sta per concludersi … ed è stata di tipo benigno” –
Eppure la sua seconda ondata fu più mortale della prima.

Dobbiamo preoccuparci? Sni.

Precisiamo che la Spagnola e il Coronavirus hanno due comportamenti totalmente differenti quindi non è possibile effettuare parallelismi. Inoltre c’era una guerra in corso e i DPI non erano sicuramente come quelli che abbiamo a disposizione oggi. La speranza è piuttosto quella che il Covid-19 si trasformi progressivamente in un virus come altri di tipo corona che circolano normalmente, causando semplicemente dei raffreddori, evitandoci quindi una seconda disastrosa seconda ondata.

Dobbiamo prepararci? Assolutamente sì.

Ci prepariamo per scenari anche più disastrosi di questo e con probabilità molto minori, quindi non vediamo perché non sia il caso di perdere l’abitudine.
In particolare ti riportiamo cinque motivi per cui vale la pena tenersi pronti.

Seconda ondata: perché tenersi pronti (nel dubbio)

#1 Il virus non scomparirà e andrà via.
Il motivo principale è che il virus è facilmente trasmissibile, il che rende molto difficile fermarlo, soprattutto con la ripresa degli spostamenti. Il rischio ora è calcolato. Buon senso e misure di distanziamento non possono che giovare e prevenire problematiche di salute. Il vero problema potrebbero essere le mutazioni che il virus potrebbe ottenere con il passare del tempo.

#2 I vaccini richiedono tempo.
Non solo per essere creati ma anche per essere somministrati. In più si aggiunge il problema della mutazione di cui parliamo al punto 1. Un vaccino può essere progettato per una versione del virus ma non difenderà da una versione mutata. I ricercatori devono quindi modificare il loro vaccino e questo richiede più tempo.

#3 I governi non coordinano bene gli sforzi.
Molti governi hanno adottato misure specifiche per prevenire la diffusione del coronavirus dai blocchi alla distanza sociale. Ma alcuni governi non hanno preso questi provvedimenti o li hanno adottati in modo limitato. Tra l’altro, non solo i governi non sono coordinati, ma le stesse regioni interne (come ad esempio in Italia) non lo sono, rendendo tutto ancora più complesso, anche la mera raccolta di dati.

#4 L’economia non si può fermare.
Non c’è bisogno che aggiungiamo altro. Tutti noi probabilmente guardiamo il TG o ci accorgiamo di quello che ci circonda. L’economia per riprendere la sua corsa implica spostamenti e contatti.

#5 Non è troppo tardi per prepararsi ad una seconda ondata da coronavirus.
Se, come dicono alcuni esperti, la seconda ondata dovesse verificarsi in autunno, tieniti pronto. I governi implementeranno senza dubbio i protocolli passati per controllare la diffusione, ma impiegheranno del tempo per agire. Agire potrebbe significare scontentare di nuovo l’economia e gettare la popolazione nel caos. E a nessuno piace farsi odiare.

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Per approfondire che cosa accadde durante la Spagnola, leggi questo articolo su Salute.org

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